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Assunzioni dei dirigenti scolastici nel caos dopo la sospensiva del TAR Lazio

Nella "guerra" di carte bollate si sono inseriti anche i "riservisti" che contestano la valutazione

di Redazione.

Si presenta ogni giorno che passa sempre più ad ostacoli la procedura straordinaria di reclutamento di 519 posti vacanti di dirigenti scolastici avviata con avviso del 9 agosto scorso. Il TAR del Lazio, infatti, con decreto cautelare 3778/2024, pubblicato il 14 agosto ha sospeso l’efficacia della graduatoria del concorso riservato a dirigente scolastico pronunciandosi sul ricorso presentato da circa 350 aspiranti dirigenti di varie regioni d’Italia

Il travagliato percorso del concorso riservato per dirigenti scolastici, bandito nel 2022, sembrava finalmente giunto alla sua conclusione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nei giorni scorsi, aveva infatti pubblicato il decreto contenente la graduatoria finale dei candidati, poco più di 2.000, destinati a ricoprire i 519 posti disponibili a partire dal 1° settembre 2024. Data che in ogni caso salterà, in quanto il Tribunale Amministrativo si riunirà il prossimo 5 settembre per discutere il merito del ricorso.

La vicenda, dunque, si arricchisce di un nuovo capitolo, lasciando presagire tempi incerti per la conclusione dell’iter concorsuale. Non è da escludere, inoltre, un ulteriore grado di giudizio: i ricorrenti, infatti, hanno annunciato la volontà di rivolgersi alla Corte Costituzionale qualora il TAR dovesse esprimere un parere sfavorevole alle loro richieste.

Quasi certamente il Ministero presenterà una propria impugnazione del decreto per il tramite dell’Avvocatura Generale dello Stato, facendo leva innanzitutto sulla necessità di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, evitando di assegnare le tante reggenze, almeno 519, che sarebbero necessarie se il concorso riservato fosse annullato. Eventualità rispetto alla quale si sono già levati i malumori dei dirigenti in servizio che, in ultima analisi, dovrebbero sobbarcarsi il peso della direzione di una seconda istituzione scolastica.

Alla base del ricorso degli aspiranti dirigenti scolastici del concorso ordinario che hanno impugnato le assunzioni, vi è la lamentata disparità di trattamento. Infatti, secondo i ricorrenti, a seguito delle modifiche apportate dal comma 11-septies.1 alla Legge 106 del 2024 che contiene la deroga della divisione del 60% dei posti al concorso ordinario e il 40% dalle graduatorie del concorso riservato, la possibilità di compensazione delle assunzioni nei prossimi anni non potrà essere garantita, soprattutto a seguito del blocco della mobilità.

Ed ecco la presa di posizione dell’ANP: «In questa poco felice vicenda che, una volta di più, mette sotto accusa i concorsi – ormai sempre più fallimentari come tutti possono constatare con i propri occhi – non sono utili le considerazioni circa la differente selettività dei vari percorsi di reclutamento. Se ci si lascia trascinare da esse, infatti, si giunge inevitabilmente ad attribuire ai colleghi una onorabilità differenziata e questo è disastroso dal punto di vista politico-sindacale perché indebolisce terribilmente la categoria e ne frustra le possibilità di miglioramento».

Si tratta, quindi, di un vero e proprio blocco delle assunzioni che rischia di gettare nel caos molte scuole italiane che si attendevano già dal 1 di settembre un nuovo dirigente assegnato.

Tuttavia nella “guerra” di carte bollate che ha portato al blocco delle assunzioni dei dirigenti, almeno fino al 5 settembre, non vi sono soltanto i ricorsi degli “ordinaristi” contro i “riservisti”, ma anche i ricorsi di tanti “riservisti” che contestano al Ministero, in fase di valutazione dei titoli dei candidati, di non aver effettuato correttamente la conversione del punteggio in decimi, procedendo unicamente alla divisione per 10 del valore dei titoli previsti dal D.M. 138 del 3 agosto 2017. In quest’ultimo caso i giudici hanno ritenuto di dover bloccare le assunzioni, attraverso una cautelare, indicando la data dell’8 ottobre 2024 per il giudizio nel merito.

Insomma pensiamo che ce ne sia abbastanza per concludere che è il sistema di reclutamento nel suo complesso ad essere del tutto inadeguato, ribadendo tuttavia l’urgenza di ridiscutere e rivedere radicalmente la struttura della governance della scuola, a cominciare dalla dirigenza, così come è stata delineata dalle modifiche normative introdotte negli ultimi decenni. Cambiamenti che si sono rivelati del tutto inadatti a gestire la complessità del tempo attuale.

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