Con l’auspicio che il nuovo governo metta al centro del suo programma la scuola, riproponiamo i nostri sei punti de “La scuola che vogliamo“.
1. Vogliamo che le scuole siano dei luoghi di democrazia, ove tutti possano respirare un clima di libertà e vedere riconosciuta la dignità del proprio lavoro;
2. Vogliamo una scuola che non sia l’emulazione di modelli aziendali anacronistici, ma luoghi distribuiti delle responsabilità che valorizzino le competenze di ciascuno e permettano a tutti di partecipare al loro governo;
3. Vogliamo che siano esaltate le caratteristiche proprie di ogni scuola, di comunità di apprendimento e di comunità professionale;
4. Vogliamo che coloro che sono preposti a capo di una scuola non siano dei burocrati calati dall’alto, ma espressione della comunità professionale che opera all’interno della scuola, dunque, dei presidi eletti e a tempo;
5. Vogliamo che sia riconosciuta la dignità professionale dei docenti, la progressione di carriera per fasce funzionali non gerarchiche e retribuzioni in linea con quelle percepite dai colleghi dei Paesi d’oltralpe;
6. Vogliamo che la libertà di insegnamento e l’autonomia professionale dei docenti siano garantite da un organismo tecnico rappresentativo, il Consiglio Superiore della Docenza, a cui sia attribuita ogni competenza in materia di stato giuridico, carriera e procedimenti disciplinari.
Per approfondimenti, La scuola che vogliamo