di Redazione
Riceviamo e pubblichiamo
Il ruolo del docente, ogni giorno che passa, è sempre più svalorizzato!
Mi ricordo che, quando da fanciullo, ritornavo a casa da scuola e dicevo di aver preso un 4 e una nota in condotta, i miei genitori, oltre a mettermi in castigo perché non avevo studiato ed ero stato negligente e maleducato, andavano a ringraziare e a elogiare il docente che mi aveva rifilato l’insufficienza e aveva censurato il mio comportamento in classe.
Oggi, invece, i tempi sono cambiati: se un alunno prende un brutto voto o una nota disciplinare, l’insegnante, per evitare le minacce verbali e materiali del genitore del ragazzo, dovrebbe, a volte, circolare sotto scorta!
Putroppo accade che i genitori contestano il docente per non aver compreso il proprio figlio, che si è beccato un brutto voto o avuto un richiamo e, addirittura, diventano cattedratici pretendendo di spiegare all’insegnante ciò che deve fare per favorirne le performances didattiche e i comportamenti disciplinari.
Il bello (ma sarebbe meglio scrivere il brutto) della faccenda è che se l’insegnante continua a portare avanti le proprie ragioni e a volte si passa alle minacce e alle botte! Occorre, a questo punto, necessariamente, focalizzare un altro aspetto della vicenda e, cioè, che la mancanza di uno stipendio onorevole arreca anche pregiudizio sulla considerazione sociale della categoria. La retribuzione, infatti, è un aspetto molto importante, perché, in una società come quella attuale che, sostanzialmente è una società di mercato, un lavoro che non viene adeguatamente pagato non viene tenuto in nessuna considerazione, sia per quanto concerne l’autorità e l’importanza, sia per quel che riguarda il carisma e il prestigio.
Gli antichi dicevano che un buon insegnante è come una candela perché si deve consumare per illuminare la strada degli alunni! Purtroppo, oggi il docente non lo può più fare perché percepisce uno stipendio così piccolino che non può comprare neanche un lumino!
Lettera firmata