
di PIO G. SANGIOVANNI*.
Fra le tante e profonde contraddizioni che attraversano la scuola italiana, emerge ogni giorno con maggiore evidenza la questione dei docenti di “Lingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti)”, della classe di concorso A023, introdotta a seguito della revisione e aggiornamento della tipologia delle classi di concorso per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado, di cui al DM n. 255 del 22 dicembre 2023.
Una disciplina di insegnamento che molti si ostinano a definire ancora “nuova”, nonostante esista già da un po’ di tempo e che grazie agli ultimi provvedimenti riguardanti Scuola e Sport, emanati nei mesi scorsi, sembra poter uscire dall’ombra dei CPIA e dell’educazione degli adulti per essere ammessa a pieno titolo nella scuola secondaria.
Emblematica la storia di una docente in possesso di abilitazione e idoneità su Italiano, Storia e Geografia (AM22 e AS12), passata poi attraverso un Master L2, la cui esperienza si è trasformata presto in un autentico percorso ad ostacoli: Le cattedre destinate agli idonei PNNR1 sono state accantonate a favore degli idonei PNNR2 e lei si è ritrovata sulla A023. Mossa dai migliori e nobili propositi, la nostra docente si è immediatamente attivata per garantire una qualità didattica adeguata ai suoi futuri studenti: incontri online, nottate passate a studiare, gruppi Telegram, corsi, libri comprati a proprie spese, abbonamenti, materiali digitali. Tutto quanto, insomma, potesse essere utile per raccogliere e affrontare la nuova, formidabile, sfida che le veniva posta di fronte.
Ma all’avvio dell’anno scolastico 2025/26, ecco la cocente delusione:
un Dirigente che la utilizza come un “tappabuchi”; nessun investimento nemmeno per qualche libro da mettere a disposizione in aula ad uso degli studenti con svantaggio linguistico; nessun ambiente scolastico dedicato, per accogliere l’insegnamento L2 e, soprattutto, nessun orario, nessuna collocazione, nessun riconoscimento del ruolo del docente assegnato sulla A023.
Nel frattempo la nostra giudiziosa docente prepara schede di osservazione, test di livello (pre-A1, A1, A2, B1 secondo i parametri europei) e relativi verbali. Continua ad aggiornarsi, confrontandosi con colleghi di tutta Italia: “Che registro usi? A te fanno partecipare ai Consigli di Classe? Il tuo DS ti fa dare i voti o ti tiene solo per le supplenze? In quali ore li fai uscire dalla classe? … Io cerco di non fare classi differenziali, l’inclusione deve essere il primo passo …”.
Intanto il tempo passa e si arriva al 1° ottobre. Dopo un mese dalla firma del contratto di assunzione in servizio, alla docente non è stato assegnato un orario di insegnamento, né alcuna collocazione precisa. Intanto i ragazzi sono lì e i docenti di materia – con grande senso di responsabilità – cercano di offrire il loro sostegno e disponibilità. Certo, perché tutti gli insegnanti hanno ben chiaro che loro compito è offrire agli alunni strumenti reali, per costruire il proprio futuro, non un titolo vuoto da riporre in un cassetto.
Ed ecco, allora, le domande legittime che rilanciamo e alle quali bisogna dare risposta: “Chi siamo noi docenti A023? Qual è il nostro ruolo? Perché non esistono linee guida nazionali chiare che ci tutelino e diano dignità alla nostra professionalità?”
Da quanto ci risulta, oggi in Italia sono circa un migliaio i docenti che operano su questa classe di concorso, concentrati soprattutto nella Secondaria di Primo grado. Ma la sensazione che si ha è che essi sembrano vivere nella incresciosa situazione di “apolidi” della scuola italiana.
Una situazione che non può essere assolutamente tollerabile e viene posta all’attenzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, affinché attivi tutte le procedure necessarie per fornire indicazioni chiare e vincolanti sul ruolo dei docenti A023; preveda risorse didattiche e ambienti dedicati; tuteli la funzione specifica della classe di concorso A023, evitando utilizzi impropri; valorizzi una figura il cui ruolo può essere decisivo per l’inclusione e il successo formativo degli studenti con background migratorio.
I “docenti A023” non possono continuare a rimanere “invisibili”, come tanti altri, del resto. La scuola italiana ne ha bisogno e gli studenti hanno diritto a ricevere il meglio da loro, per poter puntare ad avere un futuro dignitoso.
*Presidente nazionale AND