“Nel mentre nella gran parte dei Paesi europei gli stipendi degli insegnati continuano a crescere, in Italia dopo un lungo, insostenibile e perdurante blocco, si continua a piangere miseria”. Ad affermarlo è il prof. Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti, a margine di un seminario svolto nei giorni scorsi a Cosenza.
“I pochi spiccioli proposti dal Governo – ha aggiunto Greco – altro non sono che un ulteriore affronto ad una categoria troppo spesso umiliata e mortificata, dimenticando il suo ruolo sociale e culturale e le effettive condizioni in cui svolge il proprio lavoro. Basta constatare quanto pochi sono i docenti in servizio nella propria città e quanti lavorano in più scuole, spesso, in più comuni (cattedre orario esterne). Per molti significa disporre di auto propria ed essere costretti a percorrere, talvolta anche nella stessa giornata, decine di chilometri. Un carosello infinito che ogni anno, in conseguenza della variazione degli organici, porta nuove sorprese. La scuola perde alunni, il docente perde il posto, scatta il trasferimento d’ufficio per una nuova sede, non si sa quanto lontana dalla prima, a volte anche oltre i cento chilometri. Nessuna stabilità del posto, oneri finanziari nuovi e difficili da quantificare. E poi, conclusa l’attività didattica, riunioni che si susseguono e si moltiplicano, spesso meri adempimenti burocratici. Lasciata la scuola, il lavoro dell’insegnante continua con lezioni da preparare, compiti da correggere, verifiche da organizzare e definire. Chi non conosce quali sono, oggi, le effettive condizioni di lavoro degli insegnanti – conclude il presidente dell’AND- non può comprendere il grave senso di disagio che vive questa categoria. Migliorare le condizioni di lavoro e quelle economiche degli insegnanti non può però essere la questione di una categoria, ma una priorità per il Paese.”