di Redazione.
L’AND costituirà un osservatorio degli illeciti per promuovere ogni iniziativa necessaria ad arginare abusi e prevaricazioni, al fine di garantire il doveroso rispetto dei diritti dei docenti.
A seguito di numerose segnalazioni pervenuteci da parte di docenti, i quali si sono visti improvvisamente negare dai loro dirigenti i giorni di permesso retribuito ex art 15 co 2 CCNL, corre l’obbligo di alcune precisazioni. È di questi giorni la diffusione, da parte di un’associazione rappresentativa dei dirigenti scolastici di una nota a corredo dell’ordinanza della Corte di Cassazione n. 12991 del 13/05/2024, nella quale si parla con enfasi di “una svolta”. Con essa si comunica in modo trionfalistico che, grazie a tale pronuncia, d’ora in poi i dirigenti potranno liberamente negare ai docenti la concessione dei permessi retribuiti ex art. 15 co 2 CCNL (giorni 3+6) sia pure motivati con autocertificazione, per una riconosciuta discrezionalità nella valutazione delle motivazioni indicate.
L’inciso dell’ordinanza richiamato è il seguente: “… Il diritto a tre giorni di permesso retribuito, riconosciuto al dipendente nell’anno scolastico, sia subordinato alla ricorrenza di motivi personali o familiari che il dipendente è tenuto a documentare anche mediante autocertificazione, rifletta l’esigenza che si tratti pur sempre di un motivo idoneo a giustificare l’indisponibilità a rendere la prestazione, il che comporta che quel motivo sia adeguatamente specificato e che il dirigente al quale è rimessa la concessione abbia il potere di valutarne l’opportunità sulla base di un giudizio di bilanciamento delle contrapposte esigenze”.
Va sottolineato, a riguardo, che si tratta di una pronuncia giudiziale la quale non è vincolante, se non per le parti in causa, e che comunque non pare si ponga in contrasto con l’orientamento giurisprudenziale, di merito e di legittimità, consolidato negli anni ed uniforme, favorevole alla concessione dei permessi in questione sulla base di autocertificazione, non sindacabile nel merito dal dirigente.
Pertanto, ad oggi, è ancora da ritenere che i dirigenti scolastici:
- a) NON possono chiedere, a corredo della richiesta di permesso, alcuna documentazione diversa dall’autocertificazione;
- b) NON possono valutare nel merito la fondatezza o meno delle motivazioni rappresentate dal dipendente, ma solo verificare la sussistenza di ragioni organizzative od operative che possano impedire la concessione del permesso stesso (si veda sul punto il parere ARAN);
- c) NON possono negare i permessi adducendo, astrattamente, ragioni organizzative, ma devono motivare il diniego, idoneamente e per iscritto.
Male hanno fatto, pertanto, quei dirigenti che si sono lanciati con tanta perentorietà nell’applicazione dei suggerimenti contenuti nella già citata nota della “svolta”, e ancora peggio ha agito chi ha pensato di redigerla, avallando presso i propri iscritti e simpatizzanti comportamenti lesivi dei diritti dei docenti. Sembra assurdo che si voglia alimentare conflittualità e contenzioso giudiziale sui pochi giorni (3+6) concessi contrattualmente ai docenti per le esigenze personali, e che sia così insopportabile per i dirigenti rispettarne la fruizione.
Ricordiamo che i docenti, diversamente dagli altri impiegati pubblici, durante l’intero anno scolastico non hanno diritto a permessi per esigenze personali, diversi da quelli ex art 15 CCNL, per cui il riconoscerne il pieno esercizio costituisce il minimo sindacale. Non si comprende, poi, come possa un’associazione sindacale che si dichiara rappresentativa anche degli interessi dei docenti, annunciare, con compiacimento, come conquista ottenuta, la negazione di un loro diritto!
Il nostro pensiero va anche ai docenti che ne fanno parte, ai quali non possiamo far mancare i nostri complimenti per l’indovinata scelta!
A fronte di ciò, l’Associazione Nazionale Docenti si schiera a fianco dei docenti tutti, non permettendo che si verifichi alcun arretramento nelle prerogative della categoria, così faticosamente conquistate.
Siamo pronti a qualsiasi azione sia necessaria a ristabilire il doveroso rispetto dei diritti dei docenti, insopportabilmente compressi dall’odierno dirigismo, il quale ha sempre più il volto dell’autoritarismo che MAI avremmo voluto vedere nella scuola italiana, da sempre culla di democrazia e civiltà.
Invitiamo, pertanto, i docenti che dovessero subire richieste vessatorie ed in qualche modo lesive del sacrosanto diritto di godere dei giorni di permesso retribuito, contrattualmente garantito, a farcene segnalazione. Costituiremo un osservatorio degli illeciti per promuovere ogni iniziativa necessaria ad arginare abusi e prevaricazioni.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DOCENTI