di Redazione.
L’AND ritiene necessario che la Carta del Docente diventi una concreta misura dì welfare, la cui dotazione non solo non va tagliata, ma deve essere al contrario incrementata ad almeno mille euro e senza vincoli di destinazione di spesa, facendola così diventare una vera e propria Carta di Welfare.
“L’iniziativa relativa all’a.s. 2023/2024 è terminata, prossimamente avrà inizio quella relativa all’a.s. 2024/2025”. Questa la scritta che appare ai docenti che entrano con Spid nella piattaforma dedicata alla Carta del Docente, quando ormai è trascorsa anche la prima settimana di ottobre e l’anno scolastico 2024/25 è in pieno svolgimento. Le voci si inseguono e fioriscono varie ipotesi che hanno l’effetto di aumentare le incertezze e non solo per questo ritardo a dir poco sospetto; come si ricorderà, infatti, nell’a.s. 2021/2022 la Carta era stata attivata il 21 settembre, nel 2022/2023 il 27 settembre e lo scorso anno scolastico il 23 settembre.
Nel frattempo, a seguito delle numerose azioni legali il diritto di accesso a questo importante supporto economico è stato esteso anche agli insegnanti precari con contratto fino al 31 agosto (misura che tuttavia non è stata prorogata per il nuovo anno scolastico). Al momento non è ancora chiaro quale sarà il suo destino nell’immediato futuro. Molto dipenderà, probabilmente, dall’incontro previsto per domani martedì 8 ottobre tra il ministro dell’istruzione Valditara e i sindacati della scuola.
Innanzitutto si dà per certo che per l’anno scolastico in corso l’importo della Carta del Docente, a meno di improbabili ripensamenti, subirà una riduzione, scendendo a circa 425 euro. Questa decisione vedrebbe di fatto il ministro Valditara sposare totalmente la strategia prevista dalla riforma del reclutamento del 2022, all’epoca del governo Draghi, che prevedeva di ridurre il totale della somma da erogare a 400 euro entro il 2027 e di destinare il risparmio derivante da queste riduzioni al finanziamento di nuovi corsi di formazione, inclusi i percorsi abilitanti, finalizzati a migliorare la preparazione professionale degli insegnanti.
Un vero e proprio paradosso, se si considera che la Carta del Docente di 500 euro annuali, era stata introdotta dalla L. 107 del 2015 proprio per sostenere la formazione continua dei docenti e valorizzarne le competenze professionali.
Non si prevedono invece modifiche all’impostazione originaria della Carta, per cui i docenti potranno continuare a utilizzare il contributo per l’acquisto di libri, corsi di formazione, software e hardware, biglietti per eventi culturali come teatro e cinema, e per l’ingresso nei musei.
Una Carta del Welfare senza vincoli di tipologia di spesa
Non crediamo, tuttavia, che gli scenari appena descritti siano ciò che si attendono e auspicano i docenti italiani. A maggior ragione se partiamo dal motto scelto per la Giornata Mondiale degli Insegnanti, celebratasi due giorni fa: “Valorizzare la voce degli insegnanti: verso un nuovo contratto sociale per l’istruzione”. Un tema impegnativo che va direttamente al cuore della questione che stiamo dibattendo e dalla cui risoluzione dipendono gli scenari futuri e la sorte della categoria degli insegnanti.
In altri termini, quando si parla di “nuovo contratto sociale per l’istruzione” ci si riferisce proprio alla necessità di fare in modo che la Carta del docente diventi una concreta misura dì welfare, la cui dotazione non solo non va tagliata, ma deve essere al contrario incrementata ad almeno mille euro e senza vincoli di destinazione di spesa, facendola diventare una vera e propria Carta di Welfare. Non crediamo, inoltre, all’utilità di ipotesi diverse di misure compensative, come ad esempio le assicurazioni private, che sicuramente porteranno benefici a chi le vende, ma certamente non ai docenti.
Siamo sicuri che il Ministro Valditara con la sua lungimiranza saprà valutare adeguatamente e tenere nella giusta considerazione l’idea di Carta del Welfare qui sinteticamente lanciata.