da Tuttoscuola.com, 21 febbraio 2011
Recentemente il ministro del lavoro Sacconi non ha usato mezzi termini nel giudicare la dispersione scolastica italiana come un vero e proprio “disastro educativo”, quantificato, dallo stesso ministro, in 46 mila studenti all’anno, secondo fonti del ministero dell’istruzione.
Una quantità di “dispersi” che può sembrare alta, ma che, invece, purtroppo, è ben lontana dalla realtà, come ha potuto accertare Tuttoscuola, che a questo tema dedica uno speciale sul numero di marzo della rivista cartacea.
Se si prendono, ad esempio, i dati degli studenti negli istituti statali superiori degli ultimi due anni scolastici (ma il confronto si può fare anche su altre annate precedenti) e si calcola quanti di loro non risultano più presenti l’anno dopo nella classe successiva a quella frequentata, si ha questo dato:
nel 2009-10 in seconda ci sono stati 71.957 studenti in meno di quelli che c’erano in prima dell’anno precedente in prima (2008-09); in terza ci sono stati 25.440 studenti in meno di quelli di seconda dell’anno 2008-09; in quarta 48.387 meno di quelli di terza dell’anno prima e, infine, in quinta 45.614 meno di quanti ce n’erano in quarta l’anno precedente, per un totale di 191.398 “dispersi”.
Tutti gli anni precedenti è stato più o meno così, tra i 208 mila e i 173 mila “dispersi”, e non ripetenti che comunque sarebbero arrivati prima o poi in ritardo. Proprio dispersi, almeno per la scuola statale. Di quei 190 mila che mediamente ogni anno nell’ultimo decennio scompaiono ogni anno dal percorso dell’istruzione statale, una quota non si perde del tutto, perché 60-70 mila passano alla non statale o alla formazione professionale. Ma gli altri 120 mila (altro che i 46 mila di Sacconi!) sono usciti da qualsiasi percorso scolastico o formativo.
Volete la controprova? Prendiamo i dati Eurostat della Commissione europea, da cui emerge che nel 2008 il 19,7% dei nostri 18-24enni in possesso al massimo della licenza media si è disperso senza percorrere altri percorsi scolastici o formativi.
Nel 2008 i 18-24enni erano in tutto, secondo i dati Istat, quasi 4,3 milioni e il 19,3%, cioè i dispersi, sono stati quindi 847 mila che, distribuiti su ognuna delle annate 18-24 anni fanno una media annua di 121 mila dispersi. Appunto. Come abbiamo rilevato sopra con altra modalità di calcolo.
È davvero un disastro educativo, un’emergenza da allarme rosso, per il quale occorrerebbero presto riforme di strutture adeguate. Ma il nostro Paese sembra in ben altre questioni affaccendato.