“L’intelletto ha i suoi pregiudizi, il senso le sue incertezze,
la memoria i suoi limiti, l’immaginazione le sue oscurità,
gli strumenti la loro imperfezione.
I fenomeni sono infiniti, le cause nascoste, le forme transitorie.
Contro tanti ostacoli che troviamo in noi stessi e che la natura ci oppone,
disponiamo solo di un’esperienza lenta e di una riflessione limitata.
Queste sono le leve mediante le quali la filosofia si è proposta di sollevare il mondo”
D. Diderot
Il tema delicato e impegnativo meriterebbe più che una riflessione e la sagacia di chi sa che ogni ragionamento sulla scuola e sulla professione docente, per non apparire epidermico e banalizzante, deve tener costantemente presente la complessità dei sistemi educativi, la particolarità dei processi che ne animano la vita, le difficoltà interpretative delle categorie analitiche con cui se ne osserva il progredire. E, soprattutto, non dimenticare che “l’intelletto ha i suoi pregiudizi”, come scrisse l’illuminista Diderot, “il senso le sue incertezze, la memoria i suoi limiti, l’immaginazione le sue oscurità, lo strumento le sue imperfezioni” e che “i fenomeni sono infiniti, le cause nascoste, le forme transitorie”.