Occorre introdurre l’elettività degli organi di governo (preside elettivo), la carriera per i docenti e un organismo di garanzia della libertà di insegnamento (Consiglio Superiore della Docenza).
La sentenza impone una scelta: cambiare il sistema di governo delle scuole, preside eletto e organi di governo elettivi
Errare humanum est,
perseverare autem diabolicum
“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, scriveva Manzoni e, pur tuttavia, vi sono momenti in cui non si può più indugiare, chi ha la responsabilità politica di scegliere, deve scegliere! Conservare lo status quo? Conservare un sistema inadeguato alla sua missione o cambiare?
Per cambiare ci vuole coraggio e determinazione, qualità sempre più rare nei nostri politici. Più facile lasciare che il sistema si anemizzi, lasciando poi ad altri la responsabilità ed il coraggio delle decisioni. Oppure no?
Occorre introdurre l’elettività degli organi di governo (preside elettivo), la carriera per i docenti e un organismo di garanzia della libertà di insegnamento (Consiglio Superiore della Docenza).
Un Consiglio Superiore della Docenza, con competenze su stato giuridico e procedimenti disciplinari
«Appare evidente - afferma il prof. Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti - che vicende come quella che ha riguardato la prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, di Palermo, non debbano più accadere».
A poche ore dalle operazioni di mobilità il MIUR ha reso noto di aver proceduto ad annullamento e revoca di trasferimenti già eseguiti, pubblicati e comunicati ai diretti interessati.
A livello nazionale, i trasferimenti revocati risultano essere 352 (8 per posti di scuola dell’infanzia, 14 di primaria, 187 di secondaria di I grado e 143 di secondaria di II grado) e le rettifiche movimento: 573.
“… le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza;
in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata”
P. Calamandrei, Roma, 11 febbraio 1950
La vicenda della prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, di Palermo, a cui è stata inflitta una sanzione disciplinare per aver “consentito” agli studenti, in occasione della Giornata della memoria, di evidenziare analogie tra le leggi razziali del 1938 e l’attuale Decreto sicurezza, è di una gravità inaudita e perfino non credibile (se i fatti non lo confermassero).
Non può non vedersi come nel progetto autonomistico vi sia uno spregiudicato e grave tentativo di operare un’inversione nel sistema dei diritti e dei bisogni dei cittadini italiani che non saranno più declinati in termine di cittadinanza, ma di appartenenza a questa o quella regione.
L’intesa raggiunta tra Governo e sindacati nell’incontro del 24 aprile scorso, con la promessa di nuovi concorsi e nuove assunzioni e stabilizzazione dei precari, si è conclusa con la volontà di reperire maggiori risorse economiche da aggiungere a quelle previste dalla manovra del 2019 per migliorare la condizione retributiva dei docenti.
Si riprenda il dialogo con il mondo della scuola, per cambiare davvero.
Può un movimento politico promettere “il grande cambiamento” su temi cruciali, e particolarmente avvertiti, e poi, ricevuto un altissimo consenso elettorale come mai era avvenuto nella storia del nostro Paese, dimenticare le promesse fatte? Certamente no! Certamente non dimenticano le tante persone che nelle promesse hanno creduto e che con il proprio voto hanno permesso a delle “persone qualunque” di divenire parlamentari e ministri! Certamente non dimenticano quei settori sociali che sono stati duramente colpiti da politiche ingiuste e deleterie contro le quali hanno lottato e attivato azioni di contrasto sociale, spesso eclatanti, a cui anche rappresentanti del movimento 5 Stelle hanno partecipato dichiarando pubblicamente che una volta al governo avrebbero “cambiato”!
Abrogare la legge 107/2015, una promessa smentita dai fatti!
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